Il 17 Ottobre , dopo una notte passata a spuntare il carico della mia Africa Twin Rothmans, parto alla volta di Marrakech. Duemilaottocento km piuttosto noiosi che voglio superare senza fretta, non ho programmato soste, deciderò di volta in volta come mi sento. L’unico appuntamento è alle ore 23 ad Alcesiras per prendere il traghetto che mi porterà in Marocco. Dopo 250 km superata Savona, inizia a piovere e sarà un diluvio fino a destinazione. Riesco a prendere al volo il traghetto delle 23 del 18 ottobre, sorpresa € 108,00 per un’ora e dieci di nave fino a Tangeri e qui inizio a fare i conti: tra benzina (€ 250,00), autostrada (€ 200,00) , traghetto, cibo e bevande (€ 158,00) spendo oltre € 600,00 che, considerando che avrò anche il ritorno sono oltre € 1.200,00 di spesa pura e quattro giorni di trasferimento!!
Finalmente arrivo in hotel a Marrakech, naturalmente sotto la pioggia più intensa che i marocchini abbiano mai visto, ho fino a domani per riposarmi. Sfrutto l’occasione e il giorno dopo sono pronto a ricevere la visita di Gian Paolo che con Paolo mi aiuteranno a organizzare questo viaggio.
Tredici partecipanti in tutto tra auto e moto, itinerario mozzafiato predisposto da Paolo, lui guiderà un Toyota insieme a Gian Paolo con un Mitsubishi, io seguirò il team di quattro motociclisti di cui una donna. Prendiamo i mezzi a noleggio (peccato non avere ancora le nuove moto BMW di Only Helmet) e partiamo….
Cascate di D’Ozoud, Bin El Ouidane con il suo lago fanno da nota nella prima tappa, si dorme nel bel hotel sul lago con roseto e piscina che ci rallegrano lo spirito. Prima tappa di puro turismo che però ci inserisce nello splendido ambiente dell’ATLAS, briefing e… a nanna Sveglia alle sette, si controllano le moto, la pressione dei pneumatici, oggi si fa sul serio. Si ripassano i consigli di Paolo, la nostra guida, e si parte. La meta di oggi è Boulmane Dades attraverso la mitica pista della Cattedrale, dieci ore di sterrato. Le condizioni meteo sono incerte e allora Paolo decide di tagliare il 50% del percorso e rientrare nella pista dopo Azilal. E’ una delle tappe più belle che abbia mai fatto. Il paesaggio nella gola che si apre verso la valle delle rose è un guado tra due rocce non più largo di tre metri e lungo più di un km. Arriviamo alle 19 in hotel, Paolo aveva ragione se avessimo fatto tutta la pista saremmo arrivati a mezzanotte. Hotel come da aspettative, panorama mozzafiato, camere e interni finemente arredati, cibo ottimo. Dopo cena, cartina alla mano, ripassiamo la tappa di domani. Si arriverà a Imilchil, capitale dell’Atlas e città berbera. Per arrivarci dovremo fare il mitico collegamento delle Gorges, meraviglioso sterrato di 70 km con il passaggio a 3000 metri sul passo del Tizi n’Ouano.
La giornata scorre senza problemi e le aspettative sono totalmente ripagate superato il passo ci fermiamo al rifugio del nostro amico Ali, che ci riceve con un sorriso e con un menù a base di Tagine e patate che ci appagherà con ogni appetito. Prima di arrivare in hotel decidiamo di andare ai laghi di Isli e Tislit, dove uno sterrato che si snoda su un paesaggio mongolo, ci sta aspettando. Se non fosse per per un enorme elettrodotto costruito lungo la strada, sembrerebbe di essere in Mongolia. Un altro giorno, il terzo, è passato. Si inizia a parlare della tappa appena trascorsa, qualche paesaggio spettacolare di qualche capitombolo, magari in un guado, giusto per rinfrescarsi un po. Insomma iniziamo ad entrare nello spirito dell’avventura che stiamo vivendo. La serata è fredda ma i racconti dei partecipanti la “scaldano” notevolmente. Il programma di domani è ricco ma meno impegnativo: solo trasferimento in paesaggi meravigliosi attraverso la gola del Thodra su strade asfaltate fino al Deserto.
La meta è Merzouga e le grandi dune, due giorni di deserto e relax per gli altri partecipanti ma non per me. Voglio testare le condizioni della pista di Merzouga-Zagora, almeno fino all’oasi di Ouzina. Pista fantastica, ondulata con alcuni attraversamenti di Oued e qualche lingua di sabbia.
Entro per circa 40 km nella zona desertica fino all’oasi, sono in piena frenesia dakariana, la mia mente ripercorre le immagini tante volte trasmesse dalla TV degli eroi della mitica competizione. sono un tutt’uno con la mia moto, assecondo le asperità del terreno, sedo le lingue di sabbia che si avvicinano e attraversano le piste, accelero e mi arretro, qualche gobba più alta delle altre mi fa staccare i tasselli da terra, scodo e riprendo la moto, gli steli e il posteriore fanno il loro lavoro. Arrivo all’oasi, scendo e guardo la mia “Africa” – ha quasi trent’anni ma si è comportata come una “ragazzina”, sicura e affidabile. I giorni passano veloci, il paesaggio è quello del Deserto Vetrificato tra N’Kob e Boulmane Dades.
Siamo pronti per rientrare a Marrakech, il tempo cambia, si rattrista, piove. Attraversare il passo di Ticka a quasi 3000 metri con un diluvio non è cosa facile, soprattutto con i lavori in corso che portano fango e detriti sulla strada, come sul ghiaccio. Trattengo il fiato ad ogni curva ma ormai ci siamo – Marrakech. Traffico, confusione ma anche tanto fascino.
Ci rivedremo presto…..